Nell'aprile del 2024 i media bielorussi indipendenti hanno pubblicato una lettera in cui una prigioniera politica, Katsiaryna Novikava, descrive le pessime condizioni della propria detenzione e di quella di molti altri prigionieri politici nelle prigioni bielorusse. Vista la difficoltà nel far uscire le informazioni dal carcere, Novikava ha dovuto inviarla di nascosto, scrivendola su pezzi di carta igienica.
La Bielorussia è un paese dell’Europa orientale governato da trent’anni in modo autoritario dal dittatore Alexander Lukashenko. Nel 2020 la sua vittoria in elezioni caratterizzate da gravi brogli, che gli aveva fatto ottenere un sesto mandato consecutivo, aveva provocato grandi e partecipate proteste: nella successiva repressione più di 35mila persone sono state arrestate e imprigionate per accuse politiche, per essersi opposte a Lukashenko. Attualmente in Bielorussia, un paese di circa 9 milioni di abitanti, ci sono quasi 1.400 prigionieri politici, secondo l’associazione per i diritti umani Viasna.
Novikava partecipò alle proteste. Fu arrestata nel giugno del 2023 e accusata di sette reati diversi, fra cui “incitamento all’odio” e “interferenza nell’attività di un dipendente del ministero dell’Interno”. È stata condannata a sei anni e sei mesi di carcere.
Nella sua lettera, consegnata al canale indipendente bielorusso Belsat, Novikava parla dei pestaggi subiti in vari centri di detenzione. Dice di essere stata picchiata «dall’intera caserma» a causa della sua attività di opposizione al regime. Descrive inoltre la carenza di cure mediche: dice che dopo essere caduta da un letto a castello la ferita alla testa che si era procurata sarebbe stata fotografata dagli agenti, che però non avrebbero fatto nulla per medicarla.
Novikava ha scritto anche delle ingiustizie del sistema giudiziario: sia la giudice che l’ha condannata sia l’avvocato che avrebbe dovuto difenderla sarebbero, secondo Novikava, chiaramente sostenitori di Lukashenko e l’avrebbero umiliata ripetutamente. Ha detto poi che la maggior parte delle lettere che le vengono inviate non le verrebbe recapitata in carcere, e che «anche i disegni sono vietati». La donna dice anche di essere stata arrestata in camicia da notte e di non essersi potuta cambiare fino a che ai suoi familiari è stato concesso di consegnarle degli altri vestiti.
Pavel Sapelka, un avvocato che lavora con Viasna, ha detto ad Associated Press che la lettera di Novikava dimostra «la situazione catastrofica dei prigionieri politici nelle prigioni bielorusse». Secondo Sapelka le autorità bielorusse sarebbero al corrente che gli abusi, i pestaggi, il diniego di cure mediche e l’isolamento informativo, sistematici nel sistema penitenziario del paese, sono una forma di tortura nei confronti dei prigionieri.
Tra i prigionieri politici ci sono lo stesso fondatore di Viasna, Ales Bialiatski, che nel 2022 fu tra i vincitori del premio Nobel per la Pace. Alcuni oppositori sono stati fatti sparire, al punto che si teme per la loro vita. Per esempio di Maria Kolesnikova, una delle tre leader dell’opposizione, arrestata nel 2020, non si hanno notizie da oltre un anno: i suoi avvocati hanno ricevuto una sua lettera per l’ultima volta il 14 febbraio del 2023, e da allora non ci sono più stati contatti. Nessuno sa dove si trovi, né quale sia il suo stato di salute.
Altri dissidenti sono morti in carcere: tra questi Igor Lednik, un celebre giornalista e politico arrestato nel 2020 perché avrebbe «diffamato» Lukashenko in uno dei suoi articoli. È morto a febbraio, in carcere, e le autorità non vogliono rivelare la causa del decesso.
Quella di utilizzare la carta dei giornali al posto della carta igienica è una pratica diffusa in molti Paesi poveri. Il Turkmenistan non fa eccezione: il Paese dell’Asia centrale, un tempo parte dell’Unione sovietica, vive da anni una seria crisi, dovuta, tra le altre cose, al calo dei prezzi del greggio e alla corruzione diffusa.
24/05/2018 In Turkmenistan i giornali usati come carta igienica stanno diventando anche una questione politica: il problema, infatti, è che le foto del presidente, Gurbanguly Berdimuhamedov, abbondano sulle pagine, e le autorità non vogliono che i cittadini si puliscano il sedere sulla faccia del Presidente. La Bbc, che cita tra le sue fonti il sito russo Fergana.ru, sostiene che la polizia locale (dopo aver casualmente scoperto nei bagni di una scuola che gli studenti usavano fogli di giornale con la foto del Presidente come carta igienica), stia «ispezionando tutti i bagni per verificare che gli abitanti locali non usino i giornali con la faccia del presidente Berdimuhamedov per pulirsi». Oltre a controllare i bagni, si controllano anche le discariche. «In ogni discarica c’è un inserviente incaricato il cui lavoro è ispezionare i rifiuti, vedere se ci sono foto sporche di giornali, stabilire la casa da cui provengono e contattare la polizia». Sempre secondo la Bbc, le famiglie incriminate se la cavano con un avvertimento: l’accusa è avere danneggiato l’immagine del presidente.
Berdimuhamedov è stato definito un «dittatore non convenzionale»: è in carica dal 2006, ha modificato la costituzione per rimuovere i limiti di mandato, e all’ultimo giro, nel 2017, è stato eletto con una sospetta percentuale del 97 per cento. Secondo l’Organizzazione dei Diritti Umani, il Turkmenistan è tra i Paesi più repressi al mondo. Vige ancora la tortura e l’imprigionamento politico.
11/02/2025 Una direttiva entrata in vigore a gennaio in Turkmenistan vieta ai cittadini di utilizzare i quotidiani statali, spesso ricchi di foto del presidente Serdar Berdimuhamedov e di suo padre (e predecessore) Gurbanguly, per “scopi diversi dalla lettura”, segnatamente come carta igienica. Lo riporta “Radio Free Asia”. Il provvedimento rientra nel quadro di un più ampio rafforzamento dei controlli sull’utilizzo della stampa. I dipendenti pubblici, già costretti ad abbonarsi alle pubblicazioni statali, sono ora tenuti a firmare un impegno scritto a “non contaminare pagine di giornali e riviste contenenti immagini” della famiglia Berdimuhamedov. In Turkmenistan, dove i quotidiani sono soggetti a rigidissime forme di censura e dove la popolazione vive in condizioni di povertà tra le più acute della regione, i giornali sono infatti spesso utilizzati per imballare pacchi, per accendere fuori o, persino, come carta igienica. “Radio Free Asia” scrive anche che, per monitorare il rispetto delle nuove norme in vigore, le autorità di Ashgabat stanno valutando la possibilità d’introdurre codici Qr su ogni pagina dei quotidiani, misura che consentirebbe di risalire ai responsabili di eventuali violazioni. L’agenzia riporta le parole pronunciate in condizioni d’anonimato da un funzionario statale: “Abbiamo paura di lasciare che i bambini tocchino i giornali: se dovessero strappare accidentalmente una foto del presidente, potremmo perdere il lavoro”. Secondo l’organizzazione Reporter senza frontiere (Rsf), il Turkmenistan si colloca abitualmente agli ultimi posti della classifica mondiale sulla libertà di stampa. La situazione non è cambiata dopo il trasferimento dei poteri da Gurbanguly Berdimuhamedov al figlio Serdar, con il primo che continua a mantenere una fortissima influenza sulla vita politica del Paese centrasiatico. Entrambi, comunque, sono protagonisti di un culto della personalità con pochi pari al mondo.
Novembre 2017. Una pista ciclabile fatta con la carta igienica recuperata dalle fogne. Impossibile? Non in Olanda, dove si può andare dalla città di Leeuwarden a Stiens in bici, percorrendo un asfalto unico nel suo genere. Una «sperimentazione» di un chilometro, che mira a riciclare le 180 mila tonnellate di carta igienica che gli olandesi utilizzano ogni anno, accorpando la cellulosa dispersa nelle acque fognarie in un composto di asfalto chiamato Ogfc, che già di suo ha una amalgama porosa e permeabile all'acqua.
«Quando le strade si bagnano, diventano scivolose, quindi usiamo questo asfalto perché assorbe l'acqua più velocemente dalla superficie della strada», spiega Ernst Worrell, docente dell'Università di Utrecht. E ora con l'aggiunta della carta igienica si è creata una nuova «materia prima riciclata» con cui asfaltare le strade.
Per recuperare la cellulosa dalle fogne i tecnici dello stabilimento di depurazione di Geestmerambacht utilizzano un particolare setaccio industriale in grado di recuperarne 400 chilogrammi al giorno. La cellulosa utilizzata dalla provincia della Frisia proviene dunque dai rotoli che gli olandesi usano normalmente in bagno. In questo modo si evita il loro trattamento come rifiuti visto che devono essere essiccati e inceneriti, producendo grandi quantità di CO2. Il risultato finale è un materiale soffice e grigio. Gli impieghi per la cellulosa riciclata sono infiniti: miscele di asfalto, pasta e carta, filtri, isolamento di edifici, biocarburanti, tessuti, tutto ciò che si basa sulla cellulosa da fonti convenzionali. Ma poiché quella ricavata dalle acque reflue è a contatto con gli escrementi umani, non può essere utilizzata in prodotti che vanno a contatto diretto con la gente. Nell’asfalto, invece, gli agenti patogeni non sono in grado di sopravvivere alle temperature estreme del processo di miscelazione. «Tecnicamente potrebbe essere usata per fare anche le scatole della pizza. Ma chi vorrebbe mangiare una pizza avvolta in carta di fogna?», ironizza Carlijn Lahaye, amministratore delegato di CirTec, società che insieme alla Knn Cellulose ha sviluppato la tecnologia per l'estrazione e la pulizia delle fibre dalle acque reflue.
Se passate dall'Olanda, e decidete di percorrere una parte dei 35 mila chilometri ciclabili del paese, non perdetevi questo tratto della provincia di Firesland: chi lo ha fatto dice che è praticamente impossibile percepirne la differenza. Ma sapere di essere sopra la prima corsia al mondo pavimentata con la carta igienica, non potrà che darvi una spinta in più.